L'ipotesi di Morgan Stanley: "Tesla produrrà taxi volanti"
Il dossier della banca apre nuovi scenari sul settore

La banca d’affari americana Morgan Stanley si è sbilanciata parecchio nelle ultime ore con una ipotesi che avrebbe del clamoroso. Secondo l’istituto di credito di New York, si può prevedere come in un futuro non troppo lontano Tesla produrrà aerei elettrici (leggi anche la notizia pubblicata da AVIONEWS). La casa automobilistica guidata da Elon Musk cerca sempre di intuire quali potrebbero essere le mosse industriali più proficue, anticipando spesso i mercati con inevitabili effetti sorpresa. La banca a stelle e strisce si sta convincendo del fatto che Tesla punterà tutto sulla mobilità urbana aerea, nello specifico sui taxi volanti, alimentati a batteria. Non esistono segnali precisi in tal senso, dunque come ha fatto Morgan Stanley ad arrivare ad una conclusione del genere? Il dossier dell’istituto contiene una serie di indicazioni di rilievo. In particolare, è stato riconosciuto come Tesla abbia sempre scoraggiato le speculazioni in merito ad un coinvolgimento nell’atterraggio e decollo verticale per quel che concerne la mobilità aerea urbana. C’è poi uno spunto che vale la pena approfondire: “Tesla sarà presente nelle nostre strade, sotto terra ed anche su Marte.
E che dire dei cieli? Siamo convinti che non si lascerà sfuggire questa occasione”. Il ragionamento è dunque semplice, visto che l’azienda di Musk guarda con grande interesse al pianeta rosso, dovranno esserci necessariamente dei passaggi intermedi. Uno di questi step potrebbe essere proprio quello dei taxi volanti, in particolare per comprendere come gestire il carburante nell’ambito dell’aviazione. La conclusione del dossier è eloquente: “Noi di Morgan Stanley crediamo che la possibilità che Tesla non offra prodotti e servizi di questo tipo sia remota”. La concorrenza non mancherà di certo, le due realtà che stanno puntando sul comparto sono soprattutto General Motors e Hyundai, entrambe protagoniste di un piano di sviluppo ben preciso.
Sullo stesso argomento leggi anche l’articolo pubblicato da AVIONEWS.
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