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CLARA MOSCHINI

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Terremoto Fincantieri

Si infittiscono le voci che vedono fuori i vertici: cambio al timone tra scandali e nepotismo

Fincantieri cade sotto i colpi degli scandali. E delle voci di corridoio. Nelle stanze del potere si fanno sempre più insistenti le indiscrezioni che vogliono un cambio al vertice del più importante gruppo navale d'Europa, partecipata al 71,5% da Cdp Industria, finanziaria di Cassa Depositi e Prestiti. Via Giuseppe Bono, si sente vociferare, amministratore delegato al timone della colosso della cantieristica navale dal 29 aprile 2002. Sarebbe lui, a 78 anni, a pagare per tutti, dopo l'affaire Colombia che ha coinvolto (forse ingiustamente) il suo braccio destro Giuseppe Giordo, dal novembre 2019 direttore generale di Naval Vessels, licenziato in tronco due giorni fa, mercoledì 20 marzo.

Il venticello che spira dalle stanze del potere porta un'aria di rinnovamento non si sa quanto giustificata. L'affaire Colombia, sembra, potrebbe essere il deus ex machina che il premier Draghi, alle prese con l'elenco nomine, farà comparire in scena per mettere in atto un cambiamento epocale al vertice di Fincantieri. Volti nuovi al posto di quelli vecchi (Bono ha 78 anni, per la cronaca). 

Sull'ex dg Giordo ha sicuramente pesato il Colombiagate, l'affare che vede protagonista l’ex premier Massimo D’Alema, mediatore nella vendita da quattro miliardi di Euro di mezzi militari alla Colombia da parte di Fincantieri e Leonardo. Ma Giordo, probabilmente, ha pagato per tutti, una sorta di capro espiatorio della prima ora, giubilato dal suo (ex) boss in modo da calmare subito gli animi.

Nel frattempo, mentre si attendono i risultati degli audit interni avviati dalle due aziende partecipate dello stato, ossia Fincantieri e Leonardo (anche l'ad Profumo sarebbe in pericolo di avvicendamento), è lo stesso Bono a essere messo sul banco degli imputati. 

 E' l'editorialista Gianni Dragoni che nel suo Blog, a svelare il "maxi programma di asili nido aziendali per supportare genitorialità e lavoro delle donne". L'iniziativa, non certo deprecabile (almeno non quanto l'affaire Colombia gestito da D'Alema) sarebbe stata varata a gennaio scorso con la regia di Carlo Cremona, direttore risorse umane di Fincantieri, ma sarebbe stata fortemente voluta proprio dall'ad. 

Secondo Il Sole 24 Ore, il primo asilo nido aziendale, chiamato evocativamente “Fincantesimo” (sic) verrà costruito all’interno della sede della Divisione Navi Mercantili di Trieste e diventerà pienamente operativo con l’inizio dell’anno educativo 2022/2023″. È Bono, secondo il quotidiano finanziario, ad avere "fortemente voluto l’iniziativa", supportato proprio da Cremona

In un’intervista pubblicata il 20 gennaio dal Diario del lavoro, Cremona ha spiegato: “L’accordo sulla creazione di asili nido è l’ultimo risultato di un percorso iniziato nel 2016 con il progetto Fincantieri for the Future, attraverso il quale abbiamo voluto dare attenzione crescente ai bisogni delle nostre persone“. 

Il problema non è tanto l'iniziativa quanto la figura di Cremona, che è arrivato in Fincantieri nel 2016, assunto proprio da Bono quando però era andato in pensione dopo essere stato anni direttore del personale di Ansaldo Breda, l’azienda di Pistoia che costruisce treni. Dal 2005 al 2011 Cremona è in Ansaldo Sts, il gioiello del segnalamento ferroviario. 

Nel 2015, quando ad di Finmeccanica è un altro nome noto alle cronache italiane, non solo quelle economiche purtroppo, ossia Mauro Moretti, le due aziende vengono vendute alla giapponese Hitachi. Cremona se ne va in pensione ma trova subito un altro rifugio sicuro nel gruppo guidato da Bono, a sua volta ex ad di Finmeccanica. E così, oggi Cremona unisce alla già ricca pensione da dirigente il (lauto, immaginiamo) stipendio per il contratto da consulente come capo del personale di Fincantieri. 

Non è tutto. Perché oggi a Fincantieri lavora il figlio di Carlo, ossia Matteo Cremona. Assunto nell’agosto 2020 al cantiere del Muggiano (La Spezia), con la qualifica di "quadro super", è stato nominato dirigente e trasferito a Washington: da febbraio 2021 è in Fincantieri Marine Group. Laureato in ingegneria delle costruzioni a Firenze nel 2009, con precedenti esperienze professionali in società che scavano gallerie nel mondo (The Lane Construction corp, a Washington; Cmt, Copenhagen metro team e Seli), è stato baciato dalla fortuna ed è entrato nella ditta dove c'è anche papà. A volte, in Italia, si chiama nepotismo, sempre particolarmente inviso alla gente perbene.

Red - 1243492

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