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CLARA MOSCHINI

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Presentato rapporto sulla cybersicurezza in Italia

Presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica

È stato presentato, presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica, il primo rapporto Censis-DeepCyber (Gruppo Maggioli) sulla cybersicurezza in Italia, dal titolo: “Il valore della cybersecurity. Perché serve la sicurezza informatica per la buona rivoluzione digitale”. Il rapporto conferma il valore di un settore irrinunciabile. Solo una protezione efficace e condivisa dai rischi informatici potrà infatti restituire la serenità necessaria a famiglie, aziende ed istituzioni per vivere bene nella digital life.

Dallo studio si evince il ruolo decisivo della cybersecurity, che non può più essere considerata un costo o un ambito per soli esperti. Si tratta sempre più di un investimento sociale di interesse collettivo, indispensabile per una buona rivoluzione digitale.

Gli italiani e la sicurezza informatica

Come emerge dal resoconto, il 61,6% degli italiani è preoccupato per la sicurezza informatica ed adotta sui propri device precauzioni per difendersi: di questi, l’82% ricorre a software ed app di tutela e il 18% si rivolge a un esperto. Il 28,1%, pur dichiarandosi preoccupato, non fa nulla di concreto per difendersi, mentre il 10,3% non ha alcuna preoccupazione sulla sicurezza informatica. In generale, quindi, quasi 4 italiani su 10 sono indifferenti o non si tutelano dagli attacchi informatici.

Non c’è ancora una compiuta consapevolezza dell’importanza di culture, strategie, tecnologie, competenze e sistemi di protezione informatica per il nostro benessere: ad oggi, oltre un terzo degli italiani non fa nulla per la sicurezza dei propri dispositivi informatici e solo 1 su 4 ha un’idea chiara di cosa sia la cybersecurity.

 Cybersecurity e formazione

Il 24,3% degli italiani conosce precisamente cosa si intende per cybersecurity, il 58,6% per grandi linee, mentre il 17,1% non sa cosa sia.

Ampia è la disponibilità dei lavoratori a partecipare ad iniziative formative in azienda o altrove sulla cybersecurity (65,9%).

Al 64,6% dei cittadini è capitato di essere bersaglio di email ingannevoli il cui intento era estorcere informazioni personali sensibili e il 44,9% ha avuto il proprio pc/laptop infettato da un virus. L’insicurezza informatica viaggia anche tramite i pagamenti on-line, ed il 17,2% degli italiani ha scoperto acquisti fraudolenti fatti a proprio nome. 

I cyber-rischi per aziende e lavoratori

Il 19,5% degli occupati ha sperimentato attacchi informatici con danni agli account social o al sito web della propria azienda, il 14,7% invece attacchi che hanno causato la perdita di dati ed informazioni.

I cyber-rischi per gli individui

L’81,7% degli italiani, si legge nel rapporto, teme di finire vittima di furti e violazioni dei propri dati personali sul web. Tra le attività che gli italiani percepiscono come a più alto rischio, ci sono la navigazione web con consultazione di siti (57,8%), l’utilizzo di account social (54,6%), gli acquisti di prodotti online (53,7%), le operazioni di home-banking.

Per Franco Gabrielli, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, “il dominio cibernetico, attraverso la tecnologia, ci ha reso la vita più semplice, ma allo stesso tempo anche drammaticamente più fragile e vulnerabile. Il tema della digitalizzazione, della cultura e resilienza cibernetica, che non è nato con il fenomeno pandemico, è quindi centrale. Da questo punto di vista, la vicenda bellica in Ucraina, al momento, non ha causato un innalzamento degli attacchi alle nostre infrastrutture, tuttavia l'attenzione deve restare sempre alta. Il percorso è ancora molto lungo e riguarda la messa in sicurezza delle infrastrutture, la dipendenza tecnologica e l’aspetto formativo degli utenti. I quattro pilastri della sicurezza informatica sono l’Agenzia nazionale, la cyber investigation svolta dalle forze di polizia, la cyber intelligence e la cyber defence, questo è il mondo che dobbiamo mettere insieme. Questo rapporto inquadra perfettamente il tema ed il periodo che stiamo attraversando, un tassello importante per rendere tutti noi consapevoli dei rischi informatici”.

 Adolfo Urso, presidente Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), spiega che “molto di quello che si è fatto in questi anni va nella direzione giusta per implementare la digitalizzazione del Paese. Occorre essere consapevoli della potenzialità della tecnologia digitale, che è diventata strumento di forza anche nel tentativo di piegare e sottomettere le democrazie occidentali, attraverso un controllo sociale di dissenso e di opinione. Un problema che abbiamo comunque anche in occidente, con le big-tech. Appare, quindi, evidente che bisogna trovare un equilibrio tra sicurezza e libertà, puntando all’autonomia strategica nel digitale e nella sicurezza cibernetica. Una priorità di cui è perfettamente consapevole l’attuale Governo”.

Roberto Baldoni, direttore Agenzia cybersicurezza nazionale: “La trasformazione digitale ci coinvolge e ci coinvolgerà sempre di più. Non possiamo delegare e questo significa che il rischio va conosciuto e gestito e la consapevolezza è sicuramente uno degli obiettivi dell’Agenzia nazionale. Serve anche una capacità di orientamento verso i giovani, per supportarli nei nuovi lavori, come ad esempio gli esperti di cybersicurezza, una forza lavoro di cui avremo bisogno in futuro. Consapevolezza, formazione, sviluppo tecnologico, resilienza agli attacchi sono elementi fondamentali che devono essere un esercizio del sistema Paese, con pubblico e privato che devono collaborare per raggiungere questi obiettivi. La cybersecurity è sicuramente un investimento per la nostra indipendenza democratica”.

red/f - 1243932

AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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