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Trasporto aereo: i dati sui viaggi e chi li raccoglie

Tra biometrici e condivisione di informazioni, dubbi su trasparenza e lunga conservazione

Secondo uno studio britannico che ha analizzato i dati personali e sensibili che gli operatori del settore trasporti chiedono ai viaggiatori provenienti dall'estero, gli Stati Uniti sono il Paese che più di tutti accumula informazioni sui passeggeri, più della Cina. Inoltre, quasi tutte le Nazioni fanno uso, chi più e chi meno, di tecnologie per riconoscimento facciale negli aeroporti. Nella classifica dei peggiori l'Italia si posiziona al sesto posto.

È quanto emerge dall'analisi della società Comparitech, specializzata in studi ed analisi sulla cybersicurezza. La maggior parte dei Paesi possiede già o sta per implementare la biometria all'interno delle procedure di gestione degli arrivi in aeroporto e di verifica dei documenti. I passeggeri, inoltre, vengono sottoposti a controlli attraverso il database condiviso dell'Interpol. Emergono con chiarezza problemi relativi alla pervasiva condivisione di informazioni tra molti Paesi, mentre all'opposto la scarsa trasparenza di altri Stati nella gestione.

La situazione italiana riguardo la gestione dei dati personali e sensibili, in quanto membro dell'Unione europea, è omogenea con quella del Vecchio continente. Gli Usa risultano i peggiori in quanto ai passeggeri è necessario un visto di viaggio, inoltre archiviano le impronte digitali, senza dimenticare che i dati, come quelli biometrici, sono conservati per alcuni decenni.

Gic - 1244539

AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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