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Cyber criminali puntano sul ransomware

Studio statunitense: in tre anni hacker costati 10.000 miliardi di dollari

Il settore della sicurezza informatica sta cercando di adattarsi ad una nuova situazione caratterizzata da attacchi cibernetici sempre più numerosi condotti contro aziende ed istituzioni. E mentre gli hacker stanno diventando sempre più professionali e loro tecniche sempre più sofisticate, si moltiplicano le infiltrazioni di tipo ransomware: ovvero che mirano a rubare documenti per poi chiederne un riscatto.

Una metodologia che può mettere in ginocchio una grande azienda ma anche gli Stati più vulnerabili. È quanto successo in Costa Rica, dove le autorità sono state attaccate per diverse settimane dal gruppo di hacker Conti, al punto da dover dichiarare lo stato di emergenza nazionale. I cyber criminali si sono introdotti nell'infrastruttura informatica di 27 istituzioni governative, ostacolandone il commercio, causando ritardi nel pagamento degli stipendi dei dipendenti pubblici e malfunzionamenti nei sistemi fiscali e doganali del Paese. Alla fine i criminali informatici hanno chiesto 20 milioni di dollari per la rimozione del malware, per il momento non pagato.

Questo è il motivo per cui l'utilizzo degli attacchi ransomware si rivela molto redditizio. Secondo l'ultimo rapporto della società Palo Alto Networks sugli attacchi informatici, il riscatto medio pagato nel 2021 è stato di 540.000 dollari, con un aumento del 78% rispetto all'anno precedente. Se calcola che in tre anni gli hacker sono costati all'economia globale 10.000 miliardi di dollari, ovvero la metà del pil statunitense. Il futuro è un'incognita, ma una cosa è certa: i criminali informatici punteranno sempre più su questa strategia.

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