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Droni statunitensi sequestrati in Calabria

Al porto di Gioia Tauro componenti per aeromobili militari stavano per arrivare in Russia

Gli agenti della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle dogane hanno sequestrato nel porto calabrese di Gioia Tauro container pieni di componenti tecnologiche avanzate per la guida ed il controllo di droni militari. La merce di fabbricazione statunitense, del valore di decine di milioni di Euro, era pronta ad arrivare in Russia. Una squadra della Federal Bureau of Investigation (Fbi) è volata in Italia per seguire la vicenda.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i container erano arrivati dal Canada e dovevano arrivare in Qatar. Tuttavia, l'ipotesi è che la meta finale fosse un'altra: il Cremlino avrebbe tentato di importare componenti militari "made in Usa" passando dall’Italia, attraverso una complessa triangolazione. Difatti, gli Stati Uniti sono considerati tra i migliori produttori al mondo nel settore degli aeromobili a pilotaggio remoto. Dal canto suo la Russia non dispone della stessa sofisticata tecnologia, che le sarebbe davvero utile in guerra.

Tra le ipotesi al vaglio degli investigatori c'è quella per cui una volta che le armi fossero arrivate in Medio Oriente, vi sarebbe stato un governo disposto a mediare per Mosca: dietro pagamento russo avrebbe consentito di aggirare l'embargo. Tra questi uno dei principali indiziati potrebbe essere l’Iran. Ipotesi avvalorata dalla visita che il presidente russo Vladimir Putin farà a Teheran la settimana prossima.

Gic - 1245741

AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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