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La battaglia globale silente dei satelliti spia

Gli Stati Uniti hanno raggiunto una posizione di vantaggio, insidiata da Cina e Russia

La guerra tra Russia ed Ucraina ha ricordato al mondo, se mai se ne fosse dimenticato, l'importanza dell'attività di intelligence portata avanti per mezzo di immagini e video realizzati dai cosiddetti satelliti-spia, che monitorano costantemente le posizioni dell'artiglieria, gli spostamenti di veicoli corazzati e soldati. L'utilizzo di questi strumenti si è moltiplicato durante la Guerra fredda, ma la tecnologia si è evoluta rapidamente soprattutto negli ultimi anni. 

L'industria statunitense del settore è in una posizione di vantaggio in ambito globale. Basti pensare che dei 4550 satelliti in orbita ben 2900 sono di proprietà americana (dati del centro analisi Dewesoft). Di questi circa 150 appartengono ad agenzie militari e di sicurezza a stelle e strisce, mentre Russia e Cina possiedono rispettivamente 125 e 129 sistemi. L'Italia ed altri importanti Paesi hanno meno di 10 satelliti militari a testa. 

Quelli attuali consentono di raccogliere enormi quantità di dati con un'alta precisione ed in un tempo molto ristretto. La decisione statunitense nel 2019 di costituire una "Us Space Force" segnala l'ambizione di Washington di avere un'influenza dominante sullo spazio cislunare. Anche se oggi "ogni Paese è in grado di mettere in orbita satelliti e di distruggerli lanciando un oggetto che li colpisca", spiega l'ingegnere della National Aeronautics and Space Administration (Nasa), Pat Norris, intervistato dal quotidiano tedesco "Deutsche Welle".

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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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