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A 60 anni dalla morte di Enrico Mattei

Il 27 ottobre 1962 l’aereo su cui viaggiava il presidente dell’Eni precipitò nel pavese

La sera del 27 ottobre 1962 un aereo Morane-Saulnier MS-760 Paris (marche I-SNAP), decollato dall'aeroporto "Vincenzo Bellini" di Catania-Fontanarossa e diretto a Milano-Linate, precipitò nelle campagne di Bascapè, in provincia di Pavia. A bordo del velivolo, che si trovava in fase di avvicinamento allo scalo lombardo, c'era l'allora presidente dell’Eni, Enrico Mattei, deceduto nell'impatto. 

La commissione d'inchiesta nominata dal ministro della Difesa Giulio Andreotti, nella relazione finale pubblicata nel 1963, prospettò come probabili cause dell'incidente aereo un'avaria tecnica o un errore del pilota. Nel 2003, in seguito all'acquisizione di nuove testimonianze oculari, della perizia tecnica di due ingegneri aeronautici, e di una consulenza medico-legale, il pubblico ministero Vincenzo Calia consolidò l'ipotesi che Mattei fosse stato ucciso, attraverso una piccola carica di esplosivo piazzata da ignoti dietro al cruscotto mentre il velivolo era parcheggiato nell'aeroporto di Catania-Fontanarossa. 

Nell'incidente, assieme a Mattei, morirono il pilota Irnerio Bertuzzi ed il giornalista statunitense William McHale della testata "Time-Life", incaricato di scrivere un articolo su di lui. Una vicenda di cronaca che ci ricorda il lucido disegno di Mattei che, nel cercare l'autonomia energetica italiana, avrebbe messo a punto una strategia del dialogo con i Paesi produttori che, sostengono alcuni, avrebbe destabilizzato i piani dell’Occidente. 

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