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Serbia contro i droni provenienti dal Kosovo

Tensioni riaccese dopo tentativo di Pristina di cambiare targhe auto

Il governo della Serbia ha fatto sapere nelle scorse ore che alcuni droni provenienti dal Kosovo, una sua ex-provincia, sono penetrati nello spazio aereo nazionale. Circostanza che si sarebbe ripetuta più volte negli ultimi tre giorni e che si registra in un momento in cui ci sono crescenti tensioni tra Belgrado e Pristina, che ha ottenuto l'indipendenza nel 2008 dopo rivolta lunga 10 anni. Il Kosovo respinge le accuse al mittente. 

"Non posso dirvi a chi appartengono quei droni, ma posso dire che sono volati tutti dal territorio del Kosovo", ha affermato il ministro della difesa serbo, Milos Vucevic, secondo cui mercoledì pomeriggio un aeromobile commerciale a pilotaggio remoto, proveniente da Kopaonik, città lungo il confine, è stato abbattuto presso la città di Raska, 250 chilometri a sud-ovest di Belgrado. Intanto, il presidente Aleksandar Vucic, comandante delle forze armate nazionali, avrebbe emesso un ordine per alzare il livello di allerta.

Il governo del Kosovo ha negato l'accusa, affermando che tali droni non provenivano dal suo territorio. "Tali discorsi sono solo un pretesto per aumentare il numero delle truppe serbe attorno al confine con la Repubblica del Kosovo, come mezzo per diffondere uno stato di panico tra i cittadini di entrambi i Paesi", ha dichiarato il ministro della difesa kosovaro Armend Mehaj. Le tensioni tra le due Nazioni si sono accese dopo il tentativo da parte di Pristina di far cambiare le targhe automobilistiche ai conducenti della minoranza serba, alimentando risentimento e nazionalismo.

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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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