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Iata: Willie Walsh, eliminare uno dei due piloti in cabina per risparmiare

Sono più di 40 i Paesi che hanno chiesto all’Icao di contribuire a rendere i voli monopilota una realtà sicura

“Non credo che vedremo le compagnie aeree operare con un solo pilota almeno per i prossimi vent’anni”. Willie Walsh, direttore generale Iata (International Air Transport Association), è netto nell’escludere che si possa concretizzare il sogno (per ora proibito) di molte compagnie aeree, alle prese con un taglio dei costi dopo il disastro economico causato dal Covid: eliminare uno dei due piloti in cabina per risparmiare.

Walsh, che è stato un pilota nell’irlandese Aer Lingus, la compagnia del suo Paese, prima di diventare un manager che ha scalato tutte le posizioni dell’industria, fino alla carica di ad del vettore aereo irlandese, poi di British Airways e della sua holding Iag, infine alla guida di Iata, ha risposto ad una domanda su questo tema scottante durante i “Global Media Days” a Ginevra. 

Al dg Iata è stato chiesto se prenderebbe un aereo con un solo pilota in cabina. “Sono stato un pilota”, ha esordito Walsh. “Non credo che vedrò operare aerei con un solo pilota per 10-15 anni”. Poi ha ripetuto la frase, precisando di non credere che questo possa avvenire “per 20-25 anni”. Sono più di 40 i Paesi che hanno chiesto all’Icao di contribuire a rendere i voli monopilota una realtà sicura. Tra questi Germania, Gran Bretagna, Nuova Zelanda. Sull’argomento ci sono molti dubbi sulla sicurezza.

Quando è stato affrontato il tema del consolidamento nell’industria, il direttore generale ha menzionato tra i pochi casi che si potrebbero concretizzare la vendita di ITA Airways. “Ci possono essere delle opportunità nel 2023. Ci sono stati interessi per l’acquisto di ITA. Ci sono interessi per Tap”, ha risposto. Nessun riferimento più specifico ai potenziali compratori. La pattuglia è ristretta a Lufthansa e, forse, allo schieramento rivale guidato da Delta ed Air France-Klm.

I tedeschi sono stati a Roma la scorsa settimana per una serie di incontri con i dirigenti di ITA per discutere su conti, rete, organico. Ci sono diverse incognite ed i conti malandati della mini-Alitalia potrebbero indurre Lufthansa a fare un’offerta in forte ribasso rispetto alle aspettative del venditore nel round precedente, che si è chiuso il 31 ottobre con lo stop al negoziato in esclusiva con il fondo americano Certares. 

ITA stima di chiudere il 2022 con un margine operativo lordo (Ebitda) negativo per 466 milioni di Euro, secondo informazioni ufficiose che filtrano dalla compagnia. Sarebbe un risultato disastroso, considerando che il fatturato della società dovrebbe essere al massimo un miliardo. Per l’anno prossimo la previsione è di un Ebitda ancora negativo, per 230 milioni. Ricordiamo che l’ex-presidente Alfredo Altavilla insieme all’ad Fabio Lazzerini (confermato nell’incarico da questo Governo) aveva fissato come traguardo per il break-even operativo la metà del 2023. Dunque i conti stanno andando molto peggio di quanto previsto fino a pochi mesi fa.

Lufthansa ripropone l’interesse a comprare la maggioranza di ITA, le sue mire sono ben viste dalla Lega. Dopo la fine del negoziato in esclusiva del Mef con il fondo Certares, i suoi partner commerciali Air France-Klm e Delta non hanno scoperto le carte, ma continuano a seguire il dossier, quanto meno per sbarrare la strada ai tedeschi. 

Il Governo Meloni però non sembra intenzionato a cedere la maggioranza della mini-Alitalia. Non è precisata la quota azionaria da dismettere e si è ragionato anche sull’eventuale ingresso nel capitale di una società pubblica, come Fs o Cdp (Cassa depositi e prestiti). Il dossier non è ancora maturo e quello che avviene assomiglia ad una melina, sulla pelle dei lavoratori. Nella vecchia Alitalia commissariata ci sono 4300 lavoratori in cigs. ITA pianifica di assumere 1200 lavoratori nel 2023, ma ai sindacati Lazzerini ha dichiarato che i “vecchi” lavoratori sarebbero esclusi dai piani di assunzione. 

I risultati negativi di ITA stridono con il miglioramento dei conti dell’aviazione europea e mondiale annunciati da Iata a Ginevra. Dopo due anni di forte perdite a causa della pandemia, quest’anno si stima che le compagnie mondiali ridurranno le perdite nette aggregate a 6,9 miliardi di dollari. I ricavi globali dovrebbero attestarsi a 727 miliardi, il 43,6% in più del 2021. L’anno prossimo dovrebbe tornare un utile netto, seppur limitato a 4,7 miliardi.

"È una cifra modesta, ma significativa, dopo le perdite accumulate in questi tre anni”, ha dichiarato Walsh. Secondo i calcoli Iata, nel triennio 2020-2022 le perdite nette aggregate dovrebbero raggiungere i 187 miliardi.

Il Nord America è l’unica regione in cui è atteso un profitto già quest'anno, per 9,9 miliardi di dollari, risultato che dovrebbe migliorare a 11,4 miliardi nel 2023. Le compagnie europee, secondo le stime Iata, dovrebbero chiudere il 2022 con una perdita netta di 3,1 miliardi, mentre l’anno prossimo si stima un utile netto di 621 milioni. Il risultato peggiore è per l’Asia-Pacifico, è attesa una perdita netta di 10 miliardi quest’anno, ancora una perdita nel 2023, ridotta a 6,6 miliardi.

L’utile previsto per il 2023 corrisponde ad appena un dollaro ed undici centesimi per ogni passeggero. Basterebbe poco per spazzarlo via, come un aumento del petrolio superiore a quanto previsto o un rincaro delle tariffe degli aeroporti, molto criticati dal dg Iata.

Red - 1248295

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