Si è tenuto ieri a Los Angeles l'atteso faccia a faccia tra il presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, e lo speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Kevin McCarthy. L'incontro si è svolto presso la "Ronald Reagan" Presidential Library di Simi Valley in California, vicino a Los Angeles. Fra i temi affrontati, la necessità di accelerare la fornitura di armamenti a Taipei di fronte alle crescenti minacce provenienti dalla Cina. 

"Dobbiamo continuare le vendite di armi a Taiwan ed assicurarci che tali forniture arrivino in modo molto tempestivo". "In secondo luogo dobbiamo rafforzare la nostra cooperazione economica, in particolare nei settori del commercio e della tecnologia", ha dichiarato Tsai in conferenza-stampa, auspicando la firma di un accordo bipartisan. 

Si è trattato dell'incontro di più alto livello con un presidente taiwanese sul suolo americano da quando Washington ha ristabilito le relazioni diplomatiche con Pechino nel 1979. Anche in questo caso la Cina non ha mancato di mostrare i muscoli, per sottolineare il suo disappunto sottolineando che perseguirà con forza (anche militare) e fermezza la "salvaguardia della sovranità ed integrità territoriale", aveva dichiarato Mao Ning, portavoce del ministero degli esteri cinese.

Nelle ore successive all'incontro, infatti, la marina militare cinese ha dato il via ad una massiccia operazione di pattugliamento, della durata di tre giorni, nello Stretto di Taiwan. Già prima del faccia a faccia tra Tsai e McCarthy, il ministero della difesa di Taipei aveva denunciato che un gruppo di portaerei di Pechino si trovava nelle acque al largo della costa sud-orientale dell'isola.

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