Aeroporto Venezia, il tortuoso salvataggio di Superjet
Industria spera nell'accordo bilaterale "Basa"

L’ultima soluzione, forse quella definitiva. Il salvataggio di Superjet, industria aeronautica di Venezia (leggi anche la notizia pubblicata da AVIONEWS), sembra possibile. In particolare, è fondamentale rinnovare l’intesa bilaterale tra Italia e Russia, altrimenti la chiusura sarebbe inevitabile, con tutte le conseguenze economiche che si possono immaginare per i 400 dipendenti (indotto compreso). L’accordo in questione è noto con una sigla, Basa (Bilateral Aviation Safety Agreement), ed è in corso di validità dal lontano 1989. In base a quanto si è stabilito, all’aeroporto “Marco Polo” di Venezia-Tessera di aerei di nazionalità russa che devono essere rifiniti. La scadenza dell’intesa è sempre più vicina, nello specifico il prossimo 12 settembre, anche se di recente la Commissione Ue ha fatto sapere come Basa non possa essere interessato da un emendamento, andando a coprire materie che sono regolate dalla legislazione comunitaria.
Ecco perché il Governo Draghi ha chiesto allo scalo veneziano di salvaguardare i posti di lavoro, mentre a Bruxelles è stato rivolto un appello per identificare una soluzione alternativa. Per il salvataggio di Superjet servirà una domanda di certificazione come organizzazione produttiva da presentare nei tempi previsti, con le verifiche dello stesso documento che sono attualmente in corso. In questa fabbrica vengono completati gli aerei russi realizzando gli equipaggiamenti interni. Inoltre, si effettuano collaudi di vario tipo, revisioni di aeromobili, manutenzioni ed aggiornamenti di velivoli, senza dimenticare la commercializzazione dei mezzi destinati all’intero Occidente. La media delle lavorazioni ammonta a 15 Superjet 100 ogni anno.
Sullo stesso argomento leggi anche l’articolo pubblicato da AVIONEWS.
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