Il mese di agosto appena passato ha visto l'attività degli addetti dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) lavorare senza tregua, con il volume di attacchi informatici aumentati di circa il 30% negli ultimi 30 giorni. Ed ogni volta che si registra un'offensiva cyber contro infrastrutture strategiche italiane, come le due recenti contro Eni e Gse (Gestore dei servizi energetici), si attiva una complicata macchina che si prende cura di database compromessi, server inaccessibili, monitor bloccati.

Quando hanno assaltato l’Asl di Torino Fernando De Pace, sistemista di 54 anni dell'unità Computer Security Incident Response Team (Csirt), racconta l'intervento insieme al quotidiano "La Repubblica". "I direttori sanitari erano angosciati. Il mio lavoro consiste anche in questo: arrivare sulla scena del crimine digitale, tranquillizzare le vittime e trovare un computer ancora funzionante". 

"Ce n’è sempre uno -sottolinea- serve agli hacker per governare l’attacco. Dobbiamo dare risposta a tre domande: da dove sono entrati, sono ancora dentro, cosa hanno rubato. Sta poi ai manager decidere se accettare i nostri consigli. Nella valigetta ho un portatile su cui sono caricati degli strumenti speciali che ci aiutano nella riattivazione dei sistemi". 

All'Acn ci sono molti esperti under 30 e con il prossimo bando di concorso, nel mese di ottobre, entreranno giovanissimi diplomati nativi digitali. Il nucleo originario del Csirt proviene dal Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) e ad essi si aggiungono tecnici della Difesa, un poliziotto, un carabiniere e funzionari statali. Una vera e propria centrale operativa definitiva verrà costruita quando l’Agenzia raggiungerà gli 800 dipendenti previsti dalla legge.