Al convegno di Fratelli d’Italia (FdI), convocato in questi giorni al chiostro di Santa Maria della Minerva, a Roma, la presentazione del libro "La sicurezza come interesse costituzionale: il caso Copasir" (edizioni Ad Maiora) a cura di Felice Giuffrè, professore ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Catania, si è trasformata in un'occasione per misurare la temperatura del Paese in campagna elettorale.

In sala il sottosegretario uscente con delega ai Servizi segreti, Franco Gabrielli, il direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) Elisabetta Belloni, il capo di Stato Maggiore della Marina Cavo Dragone, il presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini, il prefetto di Roma Matteo Pianteodosi ed il procuratore Antimafia Giovanni Melillo. E poi il capo della Polizia Lamberto Giannini, i direttori dell'Agenzia informazioni e sicurezza interna (Aisi) Mario Parente e quello dell'Agenzia informazioni e sicurezza esterna (Aise) e Giovanni Caravelli, il presidente del gruppo Leonardo Luciano Carta, il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi, il direttore dell’Agenzia delle Dogane Marcello Minenna, il presidente di Open Fiber Franco Bassanini, il presidente di Atlantia Giampiero Massolo. 

Oltre al presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), Adolfo Urso, erano presenti le gerarchie istituzionali della Difesa ed i più alti rappresentanti dell’Intelligence, raramente così esposti agli obiettivi dei fotografi. Indicativo per un partito che si appresta passare dal 4,5 al 25% dei consensi in un paio di anni. Un segnale del connubio che andrà a crearsi tra apparati dello Stato ed i cittadini in funzione dell'interesse nazionale.